sabato, aprile 20, 2024

Bisogna ancora ribadire che l'antifascismo deve essere un sentimento ed un valore universale. Essere antifascisti non significa solo essere contro un movimento politico, ma avere sentimenti democratici, antitotalitari e credere in una umanità che può evolvere verso una società di liberi ed eguali. Ogni volta molti politici italiani fanno fatica a proclamarsi antifascisti e invece dovrebbe essere più che naturale vivendo in una società democratica e condividendo una Costituzione che nasce antifascista dichiararsi tali. Ma quello stato dell'anima e malattia morale che è il fascismo va oltre l'elemento politico per giungere alla negazione della trascendenza umana. Non va dimenticato il ruolo del fascismo nella creazione del nazismo che con Auschwitz portò apocalitticamente in luce una volta per sempre, tutta la sua assurdità e disumanità. Insieme unirono quel culto della morte che li portò al culto della guerra e fu sempre condiviso con i simbolici teschi e camicie nere. Poi possiamo finire come il monologo censurato dalla RAI di Antonio Scurati: 'Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana'.

giovedì, marzo 07, 2024

Senza soluzione ecologica non si avrà mai la saggezza di cessare le guerre e costruire il futuro.
C'è un libro di Edgar Morin del 2007, 'L'anno 1 dell'era ecologica. La terra dipende dall'uomo che dipende dalla terra', che ci induce a molte riflessioni: 'oggi siamo arrivati al momento storico in cui il problema ecologico ci impone di prendere contemporaneamente coscienza del nostro rapporto fondamentale con il cosmo e della nostra estraneità. Tutta la storia dell'umanità è storia di interazione tra la biosfera e l'uomo. Il processo si è intensificato con lo sviluppo dell'agricoltura che ha profondamente modificato l'ambiente ecologico. Si è creata sempre di più una sorta di dialogo (relazione complementare e al tempo stesso antagonista) tra la sfera antropo-sociale e la natura...'. Poi anche se il Papa ha indicato con l'enciclica 'Laudato sì' il fattore ecologico come primario nel rapporto tra Uomini, Natura e Dio, bisogna dire che sostenere una natura divina dell'Uomo è un grave errore; bisogna smettere di considerare l'Uomo come essere sopranaturale; deve cessare anche la visione di Cartesio e Marx di figurare gli uomini come conquistatori e possessori della Natura: progetto ridicolo in quanto ci si è resi conto che il cosmo è immenso e nel suo infinito resta fuori dalla nostra portata. Forse è da ancora troppo poco tempo che abbiamo acquisito la comprensione ecologica per cui qualsiasi sistema vivente aperto non può essere completamente indipendente. Anche l'indipendenza che avviene con l'antropizzazione crea un altro ambiente e questo disordine causato dall'uomo si ritorcerà su di esso: il modificatore fa parte del modificato. L'uomo in specie quello 'economico' si muove con parametri diversi dalla compatibilità ambientale. L'uomo avrebbe bisogno di essere modellato secondo una nuova forma politica. Il modello economica e politico attuale certamente non dimostra una razionalità di comportamenti ma preferirebbe l'egoismo e le dinamiche di mercato...insomma una individualità che non manifesta una nuova coscienza umanistica ed ecologica. Ecco che il problema ecologico si ricongiunge al problema dello sviluppo della società e dell'umanità tutta: esiste invece nelle nostre civiltà cosiddette sviluppate un atroce sottosviluppo culturale, mentale e umano. Il tema ambientale dovrebbe farci riflettere ed essere un forte deterrente anche per la visione nazionalistica e imperialistica che fa scaturire le attuali guerre. Purtroppo non è così poiché chi governa la Terra non ha questa percezione: dominare il pianeta non ha alcun senso. La Terra non ci appartiene, siamo noi che apparteniamo ad essa. Il vero nemico siamo noi stessi. L'ambiente dovrebbe far ridurre l'attuale politica di dominazione, di egemonia nazionale un fattore tragico-comico. Come si fa a continuare a non capire che i disastri ecologici e le minacce di annientamento nucleare sono tutte frutto di un malato senso di evoluzione della nostra civiltà. Tutte le guerre in corso oggi sono guerre intestine; sono come una malattia auto-immune, in cui le cellule di uno stesso organismo non riescono a riconoscersi come sorelle e si fanno la guerra come nemiche, i componenti dell'organismo planetario continuano a volersi distruggere tra loro. Molte riflessioni che dovrebbero essere fatte da tutti in specie dai politici che bramano di costruire un futuro umano: senza pensare alla soluzione ecologica tutto è vano.

lunedì, gennaio 29, 2024

Interessante la Tavola rotonda su l'IA della Scuola del Fatto presso la università di Roma 3
Quello che è emerso dalla interessante Tavola rotonda promossa dalla Scuola del Fatto è che questa Intelligenza se non sappiamo gestirla, se non sappiamo rapportarci con essa, vuol dire perdere, vuol dire essere condizionati da chi la saprà usare, gestire: questo sarà il nuovo potere che determinerò il prossimo futuro. Mercato, ricerca, impresa, scuola, sono e saranno i campi in cui si misureranno le prossime sfide e senza L'IA non andremo da nessuna parte.
Siamo alle porte di una grande transizione; un grande cambiamento in termini di tecnologia applicativa. Una trasformazione che investirà tutto e tutti per cui l'utilizzo sarà la prova di quanto questo strumento sarà utile e ci aiuterà a progredire tutti insieme. Il Fatto ha preso coscienza che siamo sempre a rincorrere continuamente l'IA; questo lo sta facendo anche la politica e l'unico campo che riesce a tenere il passo è quello della Scienza per cui quest'ultima diventa la forza di essere sempre più protagonista del nostro mondo. Oggi la verità è che nessuno riesce a stare dietro al sistema di IA per cui ne sfruttiamo la capacità solo al 33%. La Scienza dovrebbe e potrebbe esserci molto di aiuto, ma per paradosso trova opposizione e ostacoli in molte persone.
Non bisogna avere paura dell'IA, questa deve essere vista come un potente supporto al nostro vivere professionale e quotidiano. Quindi uno strumento dell'uomo per l'uomo. Una tecnologia che può rendere il mondo un posto migliore. Per questo ci viene incontro una particolare Intelligenza che è definita Generativa e crea immagini, video, storie che espandono la nostra creatività...si, quella rimarrà sempre nostra poiché l'IA elaborerà una mole infinita di dati sempre e solo nostri.
Un appunto mio: ricordo che uno scienziato molti anni fa disse che finché un robot non si riconosce allo specchio non c'è da aver paura...oggi abbiamo anche quello ma è frutto di un algoritmo immesso dall'uomo e questo non porta coscienza. Coscienza di sé. Siamo abituati a vedere nei movimenti e nelle risposte frutto dell'IA una sorta di vita autonoma e noi sviluppiamo per questo empatia...ma attenti, tutto è prodotto da elaborazione di dati che come il soffio di vita divino fa scoprire che dall'evoluzione darwiniana non si scappa.
Il Fatto Quotidiano 29/1/2024

sabato, gennaio 27, 2024

Il giorno della Memoria
E ce ne vorrà tanta di memoria; ce ne vorrà tanta per far si che non si ripeta più l'orrore di un nuovo genocidio. Una fragile pausa continua, ma resta in agguato la cattiveria e l'ignoranza per una nuova strage. Le guerre sono alle porte e sembra che nulla le possa fermare. La memoria come un toccasana, come una medicina dell'anima serva a formarci la coscienza per interrompere il dolore che riserviamo agli altri.
E ce ne vorrà ancora di memoria; ce ne vorrà sempre per far sì che si ribalti la storia. Passate parola. Chi mai pensava che la terra di Goethe, di Kant e di Fichte potesse oscurarsi di grandi pensieri nella violenza xenofoba e inumana? Ci sollevi ancora il pensiero di un grande filosofo tedesco: Ernst Bloch e il suo principio di speranza.

venerdì, gennaio 26, 2024

I miei anni
Sono nato che sulla terra rimbombava ancora lo scoppio delle due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki; era appena finita la guerra e mi piace pensare che mio padre mi avesse concepito in un giorno di festa tra il 25 aprile il 5 maggio del 1945. Mio padre appena ritornato dal campo di concentramento di Mauthausen dove era stato deportato il 30 giugno del 1944. Mia madre felice mi portò in grembo fino al 2 febbraio del 1946.
C'era ancora la monarchia che sarebbe finita 4 mesi più tardi. L'Italia si riprendeva dopo una guerra devastante e l'ubriacatura del regime fascista. Una camicia nera c'era in ogni guardaroba...a me parve di scovarne una in una vecchia cassettiera ma certamente non era di mio padre che sapevo un socialista di Nenni; d'altronde come poteva, anche se figlio della Lupa, essere fascista ancorché deportato? Lui mi raccontava sempre l'orrore di poter essere ucciso per aver raccolto una mela sotto un albero. Pianse disperato davanti al mitra tedesco. Pensa mi diceva 'oggi non potresti essere nato'. E già. Quante vite interrotte ci furono in quella guerra insensata, ancora e uguale a scelte di potere. E sì, noi italiani eravamo diventati un simbolo di ordine e disciplina...noi eterni artisti arruffoni, anarchici alla stregua di un farabutto imbonitore.
Ogni tanto ci penso: come potrei essere di destra? Nato da una famiglia povera e operaia capii che la cultura e quella avrebbe migliorato la mia vita e mi avrebbe permesso di godere di un tramonto o di una poesia; mi avrebbe permesso di coglierne la qualità e trovato una giusta misura nella ricchezza e nei desideri...insomma una saggezza che avrei perseguito anche con l'età. Oggi non ci sono più' si dice, quelle condizioni:il mondo è cambiato e cambia continuamente però penso che certi valori rimangano e essere di sinistra vuol dire non essere conservatori, ma rinnovare se stessi e l'umanità ogni volta.
Pubblicato su Il Fatto Quotidiano

martedì, gennaio 23, 2024

La storia di Giggiriva
Gigi Riva era nato a Leggiuno in provincia di Varese ma poi dopo aver fatto vincere uno scudetto nel 1970 al Cagliari diventò a tutti gli effetti un sardo doc. e del sardo aveva tutte le caratteristiche: quelle morfologiche e quelle culturali. Insomma Gigi Riva era un sardo. Diventato cittadino onorario di Cagliari nel 2005, Gigi Riva era per il giornalista sportivo Gianni Brera 'Rombo di Tuono', come Gianni Rivera era 'l'abatino'. Ma in Sardegna divenne Giggiriva un sardo come lo divenne anche Fabrizio De Andrè. Nel 1970 il Cagliari con lo scudetto la Sardegna si affrancò e da terra di pastori e banditi divenne terra di turismo e di bellezze naturali.
Giggiriva non se ne andò più via dalla Sardegna e nessuno provò a interrompere quel sodalizio...chi ci provò fu Giampiero Boniperti che voleva portarlo a Torino ma non ci riuscì: Giggiriva era sardo più dei sardi; in verità lo era diventato oltre 60 anni fa quando approdò al Cagliari esattamente l'8 settembre 1963. Giggiriva era andato via da Leggiuno dopo la disgrazia di aver perso papà, mamma e una sorella; aveva bisogno di costruirsi una nuova identità, come i sardi nei confronti di una terra povera. Ci riuscì. La sua impresa iniziò a 19 anni. In Sardegna trovò amici e guide e soprattutto un pubblico da far sorridere ogni domenica. Di quello stesso pubblico ne divenne poi il 'vendicatore'. Una storia oggi irripetibile.

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano

martedì, novembre 14, 2023

La guerra, una costante dell'uomo

La guerra è una costante nella storia umana questo a confermare che l'uomo, se ce ne fosse bisogno, è una brutta bestia e come diceva Sigmund Freud non cambia. Ancora James Hilmann sosteneva che l'uomo nutre 'un terribile amore per la guerra'- un suo libro da leggere assolutamente. Così oltre che alla psicoanalisi a dare conferma dell'immutabilità dell'uomo c'è anche la biologia: perchè l'uomo cambi occorrerebbe che almeno alcune cose positive e sagge acquisite durante la vita lasciassero una traccia nel patrimonio genetico; invece no, l'uomo nasce sempre come essere primitivo. In uno scritto Sigmund Freud sosteneva poi che se ad ogni pensiero di uccidere qualcuno fatto dall'uomo morisse un cinese, la Cina sarebbe un enorme deserto. Allora hai voglia a dire e gridare 'Pace'. Essere pacifisti vuol dire che si è fatto un percorso di saggezza con la consapevolezza che le guerre non risolvono nulla, anzi...ma questi saranno sempre e solo una minoranza anche difronte alle lobby delle armi; di fronte ai forti interessi economici che queste guerre comportano. Esistono sempre molti modi per dividere l'umanità; anche quella di mettere in una casella Dio, disegnarlo come una persona che sceglie un suo popolo e delle usanze diventa fonte di guerre: un antico testamento che abbraccia tutti e di tutti fa vittime e carnefici. Che brutta cosa. Ma sarà possibile che la guerra e la violenza diventi un tabù? Un peccato originale come l'incesto e dia vita a una nuova civiltà? Certo che ancora Sigmund Freud ci spiegherà e ha già spiegato che il disagio di un vivere comune minerebbe la ricerca di felicità e libertà individuali...un bel dilemma. E la guerra continua.